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Fuorivista 2008 numero 6

Editoriale di Fabio Matteuzzi

Per Fuorivista è la prima volta che viene realizzato un numero interamente monografico. L’occasione è data dalla prima edizione del FinzFestival che si tiene a Pianoro (BO) dall’8 all’11 maggio 2008. Al di là del rapporto di collaborazione con l’Associazione Gli Anni in Tasca, che cura la direzione artistica del Festival, abbiamo pensato di fare sì che questo numero della nostra rivista, da un lato sia la voce, il catalogo, del Festival e dall’altro vada oltre il Festival stesso, grazie a una serie di saggi e interventi dedicati al tema principale dello stesso festival: l’acqua. Integrando, in tal modo, ciò che in queste giornate pianoresi viene presentato. Inevitabilmente si affrontano alcuni dei molteplici aspetti di quel particolare rapporto che lega il cinema all’acqua. Lo facciamo senza alcuna pretesa di esaustività: le sfaccettature sono troppe, ma uno sguardo critico sul panorama nazionale e internazionale questo sì, si può fare. Nonostante l’omogeneità data dalla tematica, questo numero di Fuorivista si presenta diviso in due parti. Nella parte a conclusione, abbiamo scelto e condiviso di riportare fedelmente i film presentati al Festival, dando spazio a interventi di vario genere che prendono spunto dall’edizione di “Acqua Madre Matrigna”, tema della prima edizione del FinzFestival.

Nella parte di apertura, ci siamo puttosto occupati di aspetti e modalità attraverso le quali l’acqua ha fatto e fa la sua presenza nel cinema, soffermandoci su alcuni film o su alcuni registi, cercando anche di lanciare uno sguardo critico più ampio legato alla figurazione e all’immaginario che il soggetto “acqua” provoca e sollecita.

L’acqua è presente nei film fin dalle origini del cinema. Addirittura, se volessimo osare tanto, potremmo dire fin dai fratelli Lumière (L’arroseur arrosé con la sua semplice e commovente ludicità è lì a testimoniarlo). Oltre i pionieri, ben presto i cineasti si accorsero del valore estetico e plastico, di quella fluidità propria dell’acqua di cui si comprese la profonda fotogenia. Furono soprattutto i registi francesi degli anni Venti e Trenta a sfruttare la ricchezza visiva e anche drammaturgica di questo elemento. Se ne accorse anche la critica. Più tardi conquistò la sensibilità di autori tra loro profondamente diversi, quali Polanski, Kurosawa, Greenaway, Tarkovskij, Bergman, Herzog, solo per fare alcuni nomi.

Il nostro occhio, però, oggi è più legato alla contemporaneità, e i film che sono presentati al FinzFestival ne sono la prova. Film dove la necessità dell’acqua scatena drammatici contrasti sociali e anche politici, e questo sia nei documentari, sia nei film di fiction. Film dove si ritrovano le problematiche ambientali ed economiche legate a una risorsa primaria non inesauribile. Dove la drammaticità della necessità di una equa distribuzione di questa risorsa vitale chiede risposte immediate.

Abbiamo insomma voluto avvicinare criticamente film e artisti attraverso un’ottica sensibile, approfondire le valenze dell’acqua che attraverso il cinema possono dunque venire proposte: fotogeniche, mitiche, simboliche, sociali, politiche e molte altre ancora. Ci siamo trovati a intrecciare visioni e pensieri tra i mille modi di sentire e interpretare l’acqua e molto più pragmaticamente, tra il principio della proprietà comune dell’acqua e quello di una privatizzazione che nega il libero accesso a una risorsa che è il bene più prezioso per la sopravvivenza; tra la necessità di mantenere inalterati gli ecosistemi, seppur non “produttivi” e la forza di interventi umani che impattano violentemente sull’esistente per “migliorarlo”, ed in realtà sfruttano le risorse senza che le stesse popolazioni locali riescano a goderne.

Così i film del passato e del presente possono essere rivisti o visti per la prima volta, pensati e ripensati attraverso un percorso aperto, non lineare ma che anzi si nutre della ricchezza di visioni, di modi di sentire, di interpretazioni. Tuttavia attraverso questa varietà, la percezione finale che se ne trae non può che essere legata al fatto che tutte le problematiche attorno all’uso e allo sfruttamento dell’acqua riguardano tutte le popolazioni del mondo,  rapportando le politiche dei paesi industrializzati a quelle dei paesi in via di sviluppo e infine ai bisogni dei paesi più poveri del nostro pianeta.

L’acqua non è mai elemento indifferente, neanche al cinema. Ogni sua presenza filmica sfugge dalla mera ambientazione, dall’accenno scenografico, diventando a pieno titolo soggetto.